legalizzazione cannabis italia

Sotto la guida del nuovo Governo Draghi l’Italia sta cercando di stilare i progetti del Recovery Plan per riprendersi dall’epidemia di coronavirus e si sta discutendo sulla ricetta giusta per rilanciare l’economia nazionale una volta che l’emergenza sarà finita.

Legalizzazione della Cannabis in Italia

Per questo avanza tra molti imprenditori del settore primario l’idea che la legalizzazione della cannabis possa essere per una volta affrontata in modo serio e responsabile e, soprattutto, considerata per quello che potrebbe realmente essere: un’opportunità di creare nuove aziende e posti di lavoro nel settore agricolo, considerato un’eccellenza mondiale, e soprattutto di sottrarre potere economico alle mafie che gestiscono il mercato delle droghe, aumentando contestualmente i controlli e la normativa di un settore con ancora troppe linee d’ombra.

Del resto negli anni sono state molte le proposte in tal senso in tutta Europa: le ultime aperture sono arrivate dalla Croazia, dove una proposta di legge ha aperto un serio dibattito nazionale, e in Germania, dove alcuni politici membri del CDU (partito di Angela Merkel) hanno aperto a proposte di legalizzazione della cannabis. Ma se ne parla moltissimo anche negli USA, nei paesi centroamericani e in mezza Europa.

Il paese che sembra essere più avanti nell’iter di legalizzazione è sicuramente il Lussemburgo, dove il governo ha presentato la bozza del testo di una legge che potrebbe diventare la prima legalizzazione della cannabis vera e propria in Europa.

Inoltre l’Olanda, il paese che per primo ha introdotto una tolleranza nel consumo della cannabis attraverso i coffee shops (in cui è lecito il solo CONSUMO) pur mantenendo una normativa di forte repressione su tutte le droghe nei luoghi pubblici, ha anche autorizzato l’utilizzo di strumenti di pagamento virtuali e bancari, rendendo finalmente chiari e tracciabili gli introiti di questi negozi e, quindi, permettendo a questo piccole imprese di emergere a pieno titolo nel mercato della legalità.

 

Guardando invece il resto del mondo non possiamo fare a meno di citare l’esempio degli Stati Uniti, dove nel pieno dell’era Trump ben 31 Stati su 50 hanno legalizzato il consumo della cannabis a scopi medici, in 10 di questi anche a scopo ricreativo, ottenendo notevoli vantaggi di gettito fiscale e diminuzione della criminalità. Inoltre durante l’emergenza Coronavirus l’intera filiera della produzione e distribuzione è stata dichiarata come ESSENZIALE proprio dal governo Trump, che di sicuro non è stato tra i più “liberisti” per il settore ma ha dovuto cedere di fronte alla realtà di questo nuovo settore che sta decollando negli USA, spaventando anche l’industria degli alcolici.azienda cannabis

In Italia, secondo la Direzione Nazionale Antimafia, il mercato delle droghe vale circa 30 miliardi di Euro all’anno, profitti che ogni anno sono reinvestiti dalla criminalità in buona parte in altre attività economiche legali, favorendo quindi la penetrazione delle mafie nel tessuto economico nazionale. Già solo questo potrebbe essere un buon motivo per togliere ossigeno alla criminalità, come già ribadito proprio dalla Direzione Nazionale Antimafia da diversi anni.
30 miliardi è quanto vale l’intera produzione agricola nazionale, e quasi la metà dell’intera filiera del settore automobilistico italiano, vale a dire una ghiotta opportunità di investimenti nel paese che agli inizi del ‘900 era tra i primi produttori mondiali di Canapa e derivati.

 

Ma quanto potrebbe valere in soldoni il mercato della legalizzazione della cannabis?    
Sappiamo già che in Italia esistono 6 milioni di consumatori, paragonabili a quelli del mercato di alcool e tabacco, vale a dire un mercato potenziale che potrebbe rappresentare il volano di una ripresa economica impostata sulle piccole e medie aziende agricole che potrebbe portare a un gettito fiscale di oltre 3 miliardi di Euro di nuove imposte, senza calcolare le nuove assunzioni, l’apertura di altre aziende di distribuzione, commercializzazione e correlate, e, soprattutto, i minori costi delle forze di repressione (stimate in circa 600 milioni di € l’anno tra spese per forze di polizia, processi e carceri.) con la possibilità di indirizzare indagini e controlli verso la repressione del più nocivo mercato di droghe pesanti che subirebbe, così, un duro colpo.

L’Italia, guidata ora dal celebre e potentissimo Draghi, sarà in grado di cogliere questa importante occasione con una scelta coraggiosa e ragionata che potrebbe trasformare una crisi in un’opportunità dai vantaggi incalcolabili sia in termini economici che di giustizia sociale, ponendo al centro della questione anche la volontà dei cittadini di autoregolarsi?

E’ il momento giusto per una scelta così coraggiosa?     

SI…e non c’è più tempo da perdere!